Oggi conosciamo meglio il Barattiere, che appartiene all’ampio patrimonio di biodiversità vegetale, scelto come protagonista delle “Cartoline dell’Agrobiodiversità” per il Comune di Monopoli, Territorio a sostegno dell’Agrobiodiversità e Comunità del Cibo.
Se vi è capitato di cercare online il termine Barattiere, vi sarete sicuramente accorti dei tantissimi articoli dai disparati titoli: “Il Barattiere un frutto misterioso”, “Barattiere, l’insolito frutto-ortaggio che arriva dalla Puglia” e ancora “Barattiere il frutto a metà tra cetriolo e melone”, oltre che una serie di siti che rimandano a delle vere e proprie istruzioni d’uso su “come si mangia il barattiere”.
Ma allora, conosciamo insieme questo insolito ortaggio (non per noi pugliesi), un PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), talmente unico e identificativo dei nostri territori, che è diventato protagonista di una delle due “cartoline dell’agrobiodiversità” per il Comune di Monopoli.
La pianta del barattiere è una cucurbitacea appartenente alla specie Cucumis melo L., di cui sono consumati i frutti immaturi crudi, alla stessa stregua del cetriolo, in insalate oppure per accompagnare primi piatti; si tratta di una pianta a ciclo primaverile-estivo, con code di produzione in autunno, andromonoica (cioè con fiori maschili ed ermafroditi), il cui stelo principale può superare in lunghezza due metri, producendo contemporaneamente diverse ramificazioni laterali. I frutti sono di colore verde chiaro o scuro, di forma sferica e il loro peso può variare da 70 g a 300 g, ma possono raggiungere anche 1 kg; ogni pianta ne può portare anche dieci nell’arco di due mesi.
La zona tipica di coltivazione è la Puglia, in cui le miti condizioni climatiche, il caldo estivo e le condizioni agronomiche sono estremamente favorevoli per la produzione di ortaggi, ed in particolare nella zona costiera a sud di Bari, tra Polignano a Mare e Fasano, soprattutto nell’agro monopolitano.
Interessante è la storia legata all’origine del nome “barattiere”: si ipotizza infatti possa derivare dal primo coltivatore, soprannominato “Barattiere”, il quale inconsapevolmente scoprì la possibilità di consumare questo tipo di melone allo stadio immaturo, mentre, secondo altre fonti, all’origine del nome vi è la facilità con cui si barattava il prodotto in campo. Oggi è conosciuto in diverse zone della Puglia con il nome di “cianciuffo”, “pagnottella” e in qualche caso “cocomerazzo”, ma resta ancora poco conosciuto nel resto del territorio nazionale.
Ed è proprio per aumentare la conoscenza di questa varietà locale e promuoverne la diffusione sul mercato che, grazie al progetto BiodiverSO, il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha caratterizzato questo interessante ortaggio sotto il profilo colturale, biomorfologico e nutrizionale. In merito a quest’ultimo aspetto, in particolare, sono state confrontate le caratteristiche nutrizionali del Barattiere rispetto al cetriolo e al melone cantalupo: è emerso che il barattiere ha un maggiore contenuto di calcio rispetto al cetriolo e al cantalupo e un contenuto intermedio di zuccheri e potassio. Tale profilo qualitativo rende questa varietà locale interessante per i suoi tratti nutrizionali, suggerendone il consumo proprio in alternativa a questi due ortaggi.
Conoscere e valorizzare il Barattiere, esempio di agro-biodiversità locale, può rappresentare un piccolo grande passo verso la diversificazione dell’attuale mercato alimentare, il che ci rende orgogliosi e ci invoglia a diffondere e far conoscere tutti questi prodotti unici del nostro territorio!