13 Gennaio 2021    Adriano Didonna

Cosa è una “Comunità del Cibo”?

Filiera corta, ambiti locali, prodotti a km 0, agricoltura biologica, biodiversità. Negli ultimi anni sempre più spesso sono stati utilizzati questi termini per indicare il consumo consapevole di prodotti orticoli.

Ma un termine in particolare non è mai riuscito ad imporsi all’interno di questo nuovo “Dizionario dell’orto”, seppur sia stato introdotto ormai da tempo in Italia: “Comunità del Cibo”. 

Come riportato nel secondo comma dell’articolo 13, L. 194/2015, con tale termine si indicano tutti quegli ambiti locali derivanti da accordi tra diversi enti (agricoltori, GAS, istituti scolastici, enti di ricerca, enti locali, ecc.), aventi come obiettivo comune lo studio di prodotti agricoli, la costituzione di filiere corte, la diffusione di nuove pratiche e saperi tradizionali sul territorio o la realizzazione di orti didattici.  

Le Comunità del Cibo nascono, quindi, come risposta collettiva all’esigenza dei piccoli produttori agrari di tutelare colture e saperi locali da un lato e, dall’altro, di diffondere un prodotto di qualità.

Perché “Comunità del Cibo”?

Costituire una “Comunità del Cibo” significa promuovere processi di rete e cittadinanza attiva, all’interno dei quali i sottoscrittori della Carta della Comunità si fanno promotori e portavoce dei valori del proprio territorio, della cultura, del sapere e delle tecniche agricole. 

L’attività della Comunità del Cibo è dunque il risultato di un’azione sinergica tra attività produttive, turistiche ed educative, che si impegnano attivamente nella valorizzazione e preservazione della biodiversità agroalimentare tipica del territorio e di un modello di produzione e consumo “sostenibili”. 

Ma facciamo qualche esempio.

In Italia, uno dei primi esempi di “Comunità del Cibo” è la Comunità del Cibo della Garfagnana, costituita il 3 novembre del 2017 grazie ad un progetto dell’Unione Comuni Garfagnana in Toscana. Output di tale progetto sono stati la Carta della Comunità e il Patto del Cibo e dell’agrobiodiversità, sottoscritti dai diversi soggetti partecipanti. 

Con la sottoscrizione della Carta della Comunità, i firmatari si sono impegnati a rispettarne i princìpi e a realizzare tutte le azioni utili alla tutela, valorizzazione e promozione dell’agrobiodiversità locale come simbolo di identità territoriale e promozione dei prodotti tipici del territorio.

Un ulteriore esempio è quello della Comunità del cibo del Pollino e del Lagonegrese, costituita il 23 novembre 2016 su iniziativa di diversi enti del territorio, tra cui l’associazione degli agricoltori custodi dell’area del Pollino. Obiettivi principali di questa comunità sono il recupero e la trasmissione delle risorse genetiche di interesse agrario, la realizzazione di forme di filiera corta, il recupero e la trasmissione dei saperi tradizionali.

Uno dei progetti più interessanti sviluppati in quest’area è quello degli “Itinerari della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare nel Parco Nazionale del Pollino”, che ha visto il coinvolgimento di oltre 50 aziende custodi presso le quali è possibile conoscere e studiare diverse varietà locali di piante e alberi.

Altri esempi di “Comunità del Cibo” sono il Distretto del cibo siciliano CIBO, le comunità del cibo dell’area “Maiella Verde” in Abruzzo e le Comunità del Cibo del Lazio, ad oggi in fase di sviluppo.

E la Compagnia del Carosello? 

L’idea di “Comunità del Cibo” proposta dal nostro progetto si fonda sulla sinergia tra enti locali, università, associazioni e attività produttive, turistiche e di ristorazione (senza limiti di adesione) e ha l’obiettivo di restituire all’impresa agricola un ruolo centrale nel tessuto sociale del nostro territorio.

L’impresa agricola, nella nostra visione, deve evolvere sempre di più da semplice “struttura produttiva” verso un’impresa fortemente in relazione con il territorio e con le comunità locali, per, da un lato, produrre prodotti di qualità ben identificati e, dall’altro, facilitare la trasmissione di valori, tradizioni e cultura ai cittadini di oggi e del domani. 

Riteniamo che valorizzare le caratteristiche uniche delle nostre produzioni sia il modo più efficace di dare prospettiva ai coltivatori e, contestualmente, ai territori, sostenendo un modello di sviluppo equilibrato a beneficio delle comunità locali.

Tutto questo, però, può essere possibile solo grazie alla partecipazione di tutti gli enti partner del progetto, ma soprattutto grazie al contributo e all’interesse da parte di attività produttive, associazioni, enti e singoli cittadini.

Non esitate a contattarci per progettare con noi la “Comunità del Cibo” della Compagnia del Carosello!