21 Gennaio 2021    Alessandra Spagnulo

Francesco Verga, originario di Mola di Bari, il più piccolo di quattro fratelli, gestisce l’azienda agricola di famiglia da oltre 30 anni. 

In una piccola bottega nel centro di Mola, ricavata all’interno di un locale originariamente di proprietà della nonna, l’attività cresce e passa dalla produzione in campo alla vendita diretta, quasi per caso. Francesco ci racconta che quando ha cominciato, i suoi primi clienti erano le persone che si dirigevano al municipio del Comune di Mola di Bari che, passando per caso dalla sua bottega, notavano la cassa di arance esposta all’ingresso. Da allora, il piccolo locale della nonna è diventato pian piano un punto di riferimento, tanto da far diventare Francesco Verga, affettuosamente, “Francesco delle Arance”. 

Oggi, a distanza di anni, il suo negozio ha mantenuto quel tocco di rusticità e tradizione delle tipiche botteghe di una volta. Un piccolo angolo fermo nel tempo, tra foto dei campi e diplomi appesi alle pareti, in cui i prodotti, principalmente agrumi, olive e cereali, ne sono l’essenza.

L’agrumeto della famiglia di Francesco, presente nel territorio di Castellaneta, nella provincia di Taranto, ha una storia di almeno 70 anni e vanta diverse varietà antiche di agrumi, come l’arancia Biondo Comune e Vaniglia, quest’ultima tra le varietà di arance più dolci e richieste sul mercato. 

Accanto a queste varietà antiche, vi sono varietà più moderne e diffuse come le Navel e le Washington Navel, appartenenti alla famiglia delle cosiddette arance bionde, caratterizzate dalla presenza di un ombelico, navel in inglese, nella zona opposta al peduncolo.

Tra le arance a frutto pigmentato, invece, Francesco coltiva principalmente la varietà Tarocco, anch’essa estremamente conosciuta e richiesta.

Nell’agrumeto sono presenti anche mandarini, pompelmi gialli e rosa, cedri e una nuova varietà recentemente innestata di Limetta Romana, agrume poco conosciuto ma estremamente ricercato, una via di mezzo tra il lime e il limone per aspetto e sapore.

Oltre agli agrumi, nei suoi campi Francesco coltiva grano tenero e duro utilizzando metodi di coltivazione antichi; dalla loro lavorazione ottiene semola e farina di grano tenero poco raffinata, ottime sia per la produzione di pasta che di focacce, pizze e panzerotti.

L’attività di Francesco è pura tradizione, qualità e genuinità. In campo infatti non vengono utilizzati fertilizzanti e concimi, ma solo il sovescio di piante spontanee o appositamente seminate per arricchire il terreno di sostanza organica e azotoIn particolare, Francesco semina e poi interra il favino (leguminosa tradizionalmente utilizzata in ambito zootecnico), che usa appunto come fertilizzante naturale, poiché coinvolto, insieme ai batteri rizobi, nel processo di azotofissazione (conversione dell’azoto presente nell’aria in una forma di azoto assimilabile dalle piante).

Gli agrumi, le olive e le farine di Francesco sono prodotti ottenuti rispettando la natura e l’ambiente e hanno il sapore della genuinità. La natura infatti, secondo Francesco, deve fare il suo corso e deve essere lasciata “libera” dall’uomo, che deve intervenire il meno possibile. Questo pensiero si concretizza in campo con la riduzione al massimo degli interventi di manodopera del terreno e utilizzando solo metodi di fertilizzazione e concimazione naturale, ottenendo così prodotti dal sapore autentico, che letteralmente arrivano dal campo alla tavola.