5 Ottobre 2020    Massimiliano Renna

Combinando agro-biodiversità con innovazioni culinarie e agroalimentari è possibile aspirare a una “prossima generazione” di prodotti alimentari che promuovono Dieta Mediterranea, sostenibilità e produzioni di alta qualità. È quanto emerge dalla lettura del capitolo “The Mediterranean diet between traditional foods and human health through culinary examples”, frutto del lavoro dei ricercatori del CNR-ISPA di Bari, nell’ambito del progetto “NUTR-AGE” finanziato dal Consiglio Nazionale Ricerche (FOE-2019, DSB.AD004.271).

È noto che l’adozione della Dieta Mediterranea può ridurre il rischio di alcune malattie, come quelle cardiovascolari, grazie al suo caratteristico apporto di nutrienti che comprende carboidrati a basso indice glicemico, grandi quantità di fibre alimentari e acidi grassi insaturi oltre che antiossidanti e composti antinfiammatori. Allo stesso tempo, la Dieta Mediterranea può essere considerata molto più di una semplice “dieta” essendo un vero e proprio stile di vita dinamico con tutta la sua diversità, che si traduce in “più” diete, così come esistono diverse cucine tradizionali nel Bacino del Mediterraneo. La Dieta Mediterranea rappresenta anche un’importante eredità che va salvaguardata non solo per i suoi effetti sulla salute ma anche per l’importanza come patrimonio culturale. Questo capitolo del libro “Gastronomy and Food Science” si propone di descrivere la storia e il background della Dieta Mediterranea, i suoi tratti nutrizionali e gli effetti sulla salute umana, nonché il suo legame con la sostenibilità e l’agrobiodiversità, attraverso esempi culinari delle diverse regioni del Mediterraneo.

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